Street food campano: fantasia, sapore e cultura popolare

Tipicità di una regione che è riuscita a conservare la sua tradizione contadina, marinara e dolciaria per comporre piatti e fragranze da consumare informalmente senza forchette e coltelli.

A Napoli ed in tutta la Campania è abitudine fare “merenna” per strada, all’impiedi e senza tanti formalismi, davanti a gioiosi chioschi, botteghe o semplicemente food truck.

Non a caso l’attenzione del bottegaio, oltre alla qualità del cibo, s’è incentrata sulla facilità della presentazione della pietanza per consentirgli che il consumo diventi semplice e sbarazzino all’insegna della velocità, praticità, del buon gusto e del risparmio.

I locali dello street food sono infatti delle alternative economiche alla ristorazione tradizionale e senza dubbio meno costosi, originali e vari per ingredienti, sapori e genuinità, capaci di raccontare la storia gastronomica del territorio ed i saperi delle massaie all’interno di una cultura contadina e marinara.

La tradizione gastronomica della Regione Campania si fonda su pilastri culturali e storici di notevole portata sia per effetto delle dominazioni subite come quelle greche, romane, francesi e spagnole sia per l’uso di ingredienti semplici ma ricchi di sapori e di odori, sia infine per l’elaborazione sempre originale delle massaie.

Tra i più caratteristici u “Cuoppu” nome che viene dato al contenitore di carta a forma di cono utilizzato dai venditori dei prodotti “street food” per inserirvi le fritture di pesce (cuoppo di mare), le pietanze, come crocchette di patate, arancini di riso, verdure pastellate (cuoppo di terra) o i dolci come le graffette, zeppulelle (cuoppo dolce).

Tra le varie specialità del cibo di strada “street food” campano troviamo la pizza fritta, la pizza a portafogli, la montanara, il panuozzo, “o pere e ‘o musso”, la frittatina di pasta, u “bror’ e purp”, i taralli,le zeppulelle, il babà rustico o dolce e la pasta “sciù”.

Pizza a portafoglio

Foto: Napolike

E’ la normale pizza napolitana, tonda, morbita e sottile ma dai bordi alti, cucinata al forno, generalmente margherita o marinara, ripiegata in più parti e involtata in foglio di carta per alimenti per essere mangiata facilmente senza sporcarsi le mani.

Pizza fritta

Foto: Napoli da Vivere

Sono due semplici dischi di pasta farciti con ricotta, salame, cicoli, mozzarelle e pomodoro.

Il modo di prepararla è abbastanza semplice: si impasta la farina 00 con acqua, sale e lievito e fatta lievitare per circa un paio d’ore. Una volta lievitata l’impasto viene steso e cotto in padella con olio ponendo attenzione a bucarne il panetto così composto con la forchetta o un semplice stuzzicadenti per evitare di farla gonfiare durante la cottura. Una volta cotta viene condita con pomodoro, mozzarella e basilico o con altri ingredienti come salame, cicoli (residuali della bollitura delle parti grasse del maiale), ricotta.

Frittatina di pasta

Foto: Napolike

E’ la normale pasta cotta e farcita con besciamella, dadini di prosciutto e piselli, sale, pepe e olio, quindi impanata, passata all’uovo appena sbattuto e pangrattato e messa a riposare per un paio d’ore. Il tutto viene tagliata a dischetti e messa a friggere.

“’O père e ‘o musso”

Foto: ècampania

Specialità culinaria dei cosiddetti “ventraiuoli”, venditori di trippe lavate, lessate, tagliate in piccoli pezzi e disposte nei cuoppi di carta oleata dopo averle cosparse di sale e limone. Per questa ricetta viene utilizzato il piede di maiale o di capretto (‘o pere) e il muso di vitello (‘omuss) che vengono puliti dai peli, tagliati a pezzetti e lessati in acqua bollente. Quindi sciacquati in acqua corrente e dopo raffreddati conditi con sale, limone e olio.

Bror’ e purp

Foto: Calciomercato Napoli

Pietanza dalle antiche origini utilizzata dal popolo per riscaldarsi. Si tratta del brodo derivato dalla bollitura del polpo.Viene servito in un bicchiere unitamente ad un tentacolo chiamato in napolitano “ranfetella” ed a pane raffermo.

Frittura di pesce

Foto: welikenapoli

Si tratta di pezzetti di pesci di piccolo taglio come i merluzzetti, triglie, fricassuari (piccole sogliole), piccoli gamberetti di nassa, anellini di calamari, alici fritte, moscardini e zeppoline ripiene di acciughe, cucinati dopo averli infarinati e fritti e serviti nei locali dello street food nei famosi cuoppi.

Panuozzo

Foto: Regione Campania – Assessorato Agricoltura

E’ la variante alla pizza napoletana, pratica e comoda per la facilità del suo consumo all’impiedi o camminando per strada sia per una pausa pranzo sia per cena. Di fatto si tratta di un grosso pane farcito con salumi,pomodoro, foglie di insalate, mozzarella e altro, ripassato al forno per pochi minuti per fare amalgamare bene il tutto al pane prima di essere servito e consumato.

Babà salato

Foto: Grandenapoli.it

E’ un rustico napoletano, la versione salata del babà dolce, lavorato mescolando latte, farine tipo 00 e manitoba, lievito,uovo, sale, pepe, burro, formaggio e salumi. Il tutto mescolato bene ed infornato per circa 35-40 minuti. Si realizza così una brioche morbida e saporita.

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