Scicli: la Pasqua di Gioia

Riti religiosi e folklore si mescolano a cultura popolare e storia per propiziare serenità e pace nella famiglia e nella comunità mondiale

La Pasqua è il modo più genuino per esprimere l’amore per la vita, l’istinto della gioia nella continuità dell’essere, l’esaltazione della pace nella ricerca di aiuto per il prossimo, soprattutto se è più debole e povero, la consapevolezza di trovare aiuto nel superamento dei tormenti umani come l’orgoglio, il pregiudizio, l’egoismo e la sopraffazione dell’altro.

Sentimenti che meritano di essere coltivati costantemente per essere esternati nel momento dell’abbandono di ciò che è vita, di ciò che è vilipendio dei valori umani, di ciò che è distruzione della serenità e della pace.

La gioia non è solamente esaltazione di un sentimento ma è la condivisione di un sentire interiore, di un apprezzamento della vita attraverso l’amore, di una volontà che nasce per ricomporre nella giustizia l’ingiustizia e nell’amore la crudeltà umana, di un desiderio di ritrovare la verità e la luce nel buio della vita.

La Pasqua nella tradizione è un crescendo continuo di valori e di sentimenti, di azioni e di pulsioni, di modi di vita, di usi e di costumi.

I riti e le tradizioni che per la settimana Santa e per la Pasqua si celebrano nelle città delle varie regioni italiane e dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo oltre ad esprimere le identità culturali e storiche dei luoghi, rivelano sentimenti che stanno tra lo spirituale e l’umano vedere la quotidianità della vita.

A Scicli (RG), la Vigata nella fiction televisiva del Commissario Montalbano, dichiarata dall’UNESCO nel 2002, per le sue architetture tardo barocche, unitamente a sette comuni del Val di Noto, Patrimonio dell’Umanità, si svolge la festa più rumorosa, gioiosa ed originale della Pasqua Siciliana.

Vinicio Capossella, cantautore, polistrumentista e scrittore, seguì da portatore la festa e proprio per questo fu piacevolmente folgorato dal rito che lui stesso definì “di passione, fede, paganesimo e gallismo, tutto insieme”.

I giovani portatori, persone spontanee e non affiliate ad alcuna associazione, diventano i veri protagonisti della festa nel trasloco della statua dalla Chiesa di S. Maria La Nova alla Chiesa del Carmine.

La sera, dopo la processione pomeridiana all’interno della città, la statua viene nuovamente traslocata dalla Chiesa del Carmine alla Chiesa di Santa Maria La Nova.

I momenti più caratteristici della festa sono a mezzogiorno e alla sera. 

A mezzogiorno sul piazzale della Chiesa la statua passa dal buio interno della Chiesa al chiarore esterno della luce. 

Questo è il momento del visibilio da parte dei portatori che alzando la statua e girando velocemente sul piazzale gridano Gioia! Gioia!. Pure la gente che assiste alla cerimonia sfocia in un boato assordante accompagnato dal grido Gioia! Gioia!.

La discesa è un continuo ondeggiare della statua che viene alzata, abbassata, spostata a destra, spostata a sinistra, riportata indietro il tutto senza una logica apparente.   

Vinicio Capossella nel 2006 immortalò la festa e la fece oggetto di una canzone “L’Uomo Vivo (inno al Gioia)” che inserì all’interno dell’album “Ovunque proteggi”.

Cosa vedere a Scicli (RG):

  • Via Francesco Mormino Penna con le chiese Barocche di S. Giovanni, San Michele e Santa Teresa, con i palazzi Spadaro ed il Municipio 
  • Palazzo Beneventano
  • Chiesa di San Bartolomeo definita da Paolo Portoghesi “una Perla tra due Conchiglie”
  • Chiesa di Santa Maria La Nova
  • Chiesa di San Guglielmo chiamata S. Ignazio con all’interno la Statua di Maria SS. Delle Milizie
  • Chiesa del Carmine
  • Piazza Busacca con il monumento a Pietro Di Lorenzo detto Busacca
  • Santa Maria della Consolazione
  • Palazzo Fava
  • Chiesa di San Matteo
  • Zona Archeologia con i resti di due Castelli: il Castellaccio e il Castello dei tre Cantoni
  • Complesso rupestre di Chiafura
  • Complesso della Croce 

Info: Pro Loco Scicli – info@prolocoscicli.it – www.prolocoscicli.it

You may also like...