A Pompei venuta alla luce una bottega di “Street Food”

Si tratta di un thermopolium, cioè una moderna bottega da street food, scoperta nell’area della Regio V. Si scopre così una nuova fonte di informazione sulla vita quotidiana degli abitanti di Pompei prima della terribile eruzione che ne segnò la distruzione.

Qualsiasi campagna di scavi condotta a Pompei riserva sorprese a 360° sulla vita e sui costumi dei suoi abitanti, sui rapporti socio economici, sulle credenze e riti, sui vizi e sulle virtù della sua popolazione.

Un susseguirsi di informazioni che si sviluppano in ogni ritrovamento e creano negli studiosi curiosità e luce su tutto ciò che è stato, in ambito religioso, politico, sportivo, commerciale, artistico ed urbanistico, lo stile di vita di una città amata e privilegiata dagli altolocati romani per le bellezze naturali del luogo e per il suo clima.

A Pompei i romani investirono le proprie ricchezze per costruire ville e lussuose dimore, ma anche per quegli spazi e stabilimenti di uso pubblico come monumenti, piazze, templi, terme ed il forum centro nevralgico della vita politica, commerciale, religiosa e giuridica della città.

La vita economica della città era basata principalmente su un commercio fiorente all’interno della città concentrato prevalentemente nel quartiere attorno al Foro e, a partire dal II secolo a.C., in direzione di via dell’Abbondanza dove diversi erano i cambiavalute, le sale per le aste, i negozi, il mercato ittico, le botteghe per la vendita di prodotti, e le taverne, una specie di pub moderni, per il consumo di bevande (vino caldo) e prelibatezze cucinate in loco ma anche un godimento per spettacoli musicali e di danza. Tra i prodotti venduti la maggior parte proveniva dall’attività agricola, fiorente nel circondario pompeiano e di Stabiae (Stabia antica), formata prevalentemente da vino, olio, lana, cereali, verdura e frutta.

Nelle botteghe e nelle taverne il vino e l’olio, lavorati nei frantoi ubicati all’interno dei cascinali, veniva conservato in grossi orci di terracotta posti al fresco sotto i banconi di vendita. Anche la farina utilizzata per la preparazione del Panis Quadratus all’interno delle panetterie pompeiane proveniva dai frantoi con macine di pietra lavica.

Molti erano gli oggetti di importazione che i pompeiani preferivano ai prodotti locali come il vino e l’olio che proveniva dalla Spagna, dalla Sicilia e da Creta, ed il vasellame che invece proveniva dalle Gallie e dalla Spagna.

La nuova scoperta del Thermopolium, moderno “street food”, con il ritrovamento di anfore poste davanti al bancone, pregevoli scene di nature morte con rappresentazioni di animali, probabilmente vendute nel locale, frammenti ossei degli animali venduti nel locale, le due anatre germane esposte a testa in giù, pronte per essere preparate e consumate, un gallo ed un cane al guinzaglio, ossa umane ed altri ritrovamento ancora da studiare diventano così tante importanti testimonianza di vita quotidiana della città di Pompei.

Scheda informativa

Orario d’apertura: lunedì a venerdì 9.00 -17.00 / Sabato e domenica 8.30-17.00

Biglietto d’ingresso: intero €. 16,00 – ridotto €. 2,00 (cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 18 ed i 25 anni non compiuti)

Informazione:

Tel: +39 081 8575111 / +39 081 8575347

Website: www.pompeiistes.org

Mail: pa-pompei@beniculturali.itmbac

info: pompei.info@beniculturali.it.

You may also like...

Privacy Preference Center

Necessary

Advertising

Analytics

Other