Carnevale: festa di allegria, dissolutezza e spensieratezza

E’ il rito annuale più originale per abbandonare i panni quotidiani, per trovare una realtà che non è quella che vivi giornalmente ma il desiderio della vita che tu vorresti senza problemi, vincoli socio economici, regole e falsi pregiudizi.

Il carnevale come esigenza di sregolatezza, scherzo, allegria, rifiuto dell’ordinario è un rito che troviamo già nella civiltà greca con le dionisiache ed in quella romana con i Saturnali.

Nel corso degli anni questa festa, pur rinnovata nelle usanze e nei riti, è proseguita fino ad arrivare ai giorni nostri seguendo un percorso che, al di là del periodo storico, s’è mantenuta tale e quale sia come spirito che come azione.

Nell’opinione comune il Carnevale viene percepito e considerato come sinonimo di sregolatezza e puro divertimento, di allegria e semplice finzione, di spregiudicatezza e semplice goliardia, di scherzo.

Carri allegorici, maschere, canti e balli, banchetti, e perché no qualche bicchiere di vino in più, sono connaturati alla ritualità della festa e ne diventano elementi essenziali per essere inclusi nel contesto sociale e negli usi del luogo in cui sono nati e si connaturano e si adattano alle tradizioni, costumi e usanze del territorio in termini gastronomici, economici, culturali e sociali.

Un rito allegro, spensierato, irriverente e anticonformista che diventando fondamento e spirito della cultura gioviale riesce a materializzarsi, radicalizzarsi e a trasformarsi nell’evento diventando, per il borgo o la città, la sua tradizione carnascialesca e il suo momento magico di vita.

In questo senso ritengo che a fare il carnevale non sono solamente le grandi parate o gli spettacolari carri allegorici quanto invece il buonumore e la genuinità che si sprigiona in ciascuno per sentirsi se stesso al di là di ogni regola o convenzione sociale.

La maschera diventa quindi non solamente il complemento essenziale della irriverenza verso idee, usanze e costumi sociali ma quel senso di libertà che pur nella forma gioviale e scherzosa è ribellione pacifica e contestazione.

Diventa quindi bello assistere agli spettacoli, ai balli, ai giochi, al festival delle mascherine, alla sagra gastronomica ma è anche bello trovare in ciascuno quella pausa psicosociale necessaria ad alimentare il senso di libertà e di spensieratezza che ciascuno mira ad avere almeno per pochi giorni nell’anno.

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