Un discorso chiaro, puntuale, non retorico ed estremamente attuale quello pronunziato, al palazzo del Quirinale, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presenza delle alte cariche dello Stato, in occasione della celebrazione del “Giorno della Memoria”

Ricordare gli eventi tragici che colpirono l’Europa nella prima metà del Novecento a seguito delle leggi razziali, approvate nella Germania Nazista nel settembre del 1935 ed in Italia dal Consiglio dei Ministri del regime fascista il 10 novembre del 1938 e che portarono allo sterminio degli ebrei e degli altri gruppi considerati indegni di vivere, rappresenta per ciascuno di noi l’occasione per riflettere affinché quegli eventi, luttuosi e crudeli, non debbano più ripetersi.

E, aggiunge Mattarella, che è solo nel ricordo di quei fatti, che non possono né devono essere un mero esercizio di stile, che la comunità mondiale non sia più “dominata dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra”.

Non a caso i nostri costituenti sancirono, all’art. 3 della Costituzione repubblicana, il principio della pari dignità ed uguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione “senza distinzione di razza” proprio per caratterizzare e distinguere la nuova Italia da quella razzista del regime fascista.

Oggigiorno purtroppo assistiamo ad un mondo minacciato da guerre di aggressione, da repressioni cruenti, da processi farsa e da esecuzioni sommarie, dalla negazione di quei principi fondamentali di libertà e di pensiero, ma soprattutto dal riemergere di quei mali che sono l’antisemitismo, l’intolleranza, il razzismo ed il negazionismo.

“Razzismo, nazionalismo aggressivo e guerrafondaio, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato” afferma Mattarella “sono tossine letali che avvelenano i popoli, offuscano le menti, rendono aridi cuori e sentimenti”.

Tossine, che trovarono nei regimi, nazista e fascista, la spinta propulsiva ma è anche vero che solo i regimi senza il consenso della popolazione, con gradi e motivazioni diversi, con l’adesione incondizionata, la paura, ma anche, e spesso, con il conformismo e con quell’orribile apatia morale costituita dall’indifferenza, potevano portare a compimento.

La Shoah, termine ebraico con cui si suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante la seconda guerra mondiale, divenne così il fenomeno crudele che produsse milioni di vittime, inclusi anziani, donne, bambini e neonati.

Essa deve costituire per tutti un monito affinché, pur nella consapevolezza che è un morbo che trova nell’animo umano la possibile potenzialità dell’emersione, non debba più riuscire ad emergere nella comunità mondiale.

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