Il futuro del turismo è sotto il mare

Le bellezze culturali e paesaggistiche in Italia sono molte, sia sopra che sotto il mare. Il turismo subacqueo ha caratteristiche peculiari, come le avrebbe visitare un altro pianeta, perché ci si immerge in un ambiente che trasforma l’aspetto anche degli oggetti a cui siamo più abituati. I ricercatori del nodo ISME dell’Università della Calabria hanno messo a punto gli strumenti per unire immersioni e tecnologia, ma anche per permettere a chi non si immerge visite turistiche subacquee virtuali.

L’Italia è un paese pieno di bellezze, sopra e sotto il mare. Dal Parco sommerso di Baia a Napoli e le Peschiere di Castum Novum a Santa Marinella – Roma,  all’ Area Marina protetta “CapoRizzuto” a Crotone, e all’Isola di Levanzo – Cala Minnola a Trapani, attraverso gli splendidi Itinerari e Siti Archeologici Subacquei in Sicilia.

I siti sommersi sono meta di un numero sempre maggiori di turisti subacquei.
Sono infatti circa 30 milioni i subacquei certificati a livello mondiale e circa 6 milioni quelli che si sono “tuffati” almeno una volta senza certificazione. Circa un milione sono poi quelli che ogni anno si affacciano alla pratica sportiva per la prima volta, mentre si stima che oltre 3 milioni di divers fanno uno o più viaggi ogni anno.

Il turismo subacqueo ha le sue peculiarità, come le avrebbe andare a visitare un altro pianeta. Gli oggetti, relitti del nostro mondo, entrati nell’idrosfera hanno subito un processo che li rende culturalmente “altri”. Vedere sott’acqua un’anfora romana e un’elica di un aereo moderno sono esperienze molto più simili tra loro che non sulla Terra. Nel mare, gli oggetti entrano in una dimensione che li colloca fuori dal tempo, che li rende parte integrante del mondo naturale, e non più solo manufatti.
Il turismo, archeologico o naturalistico, condotto in immersione ha quindi delle caratteristiche che per un verso lo rendono una esperienza unica, e per l’altro  potenziano alcuni elementi presenti anche nel turismo abituale.

Il primo è la conservazione dei luoghi: l’ecosistema marino è fragile, e sensibile al turismo di massa. Il deterioramento della bellezza di alcune aree implica la cessazione delle attività turistiche, molto più in fretta di quello che avviene sulla terra. Il turismo archeologico subacqueo, per esplicare appieno le proprie  potenzialità, richiede la presenza di un sistema turistico locale integrato ed efficiente, in cui attori diversi accettino di interagire. Si tratta di un tipo di turismo che necessita di aree in cui sia già prevista una tutela giuridica del territorio di tipo ambientale.

Il secondo è la relazione con la tecnologia: Il turismo subacqueo è sì una pratica naturalistica, perché implica un contatto totale con l’ambiente, ma è anche, da subito, una pratica tecnologica, perché necessita di una serie di apparecchiature, di conoscenze, e implica un rapporto con l’ambiente che è sempre mediato dalla tecnica. Il mondo viene visto attraverso una maschera, in un rapporto immediatamente di tipo virtuale – mediato e immersivo – esattamente come quello che può essere stabilito con gli apparati di visualizzazione virtuale. Da qui a pensare pratiche di realtà aumentata il passo è breve.

L’ultima frontiera del turismo subacqueo parla infatti di unire ancora più strettamente la pratica di immersione in parchi archeologici e aree naturali con la tecnologia, e progettare tour in realtà aumentata che i sub possono seguire direttamente nei siti sommersi, ma anche progettare tour subacquei in realtà aumentata restando sulla terra.

Il nodo ISME dell’Università di Calabria tramite il progetto europeo BLUEMED, che ha lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale subacqueo del Mediterraneo, si occupa di mettere a punto dispositivi per produrre realtà aumentata sotto il mare, migliorando l’esperienza dei sommozzatori in loco, e anche di progettare lo sviluppo di un innovativo tour virtuale del sito sommerso.

IMMERSIONE SUBACQUEA VIRTUALE: un apposito sistema tecnologico permette agli utenti di vivere un’esperienza di immersione virtuale all’interno del modello 3D, precedentemente ricostruito, del sito archeologico subacqueo. In esso è possibile navigare in modo interattivo, pianificando immersioni guidate o esplorando l’ambiente virtuale in maniera autonoma.

IMMERSIONE IN REALTA’ AUMENTATA: un tablet, dotato di una custodia impermeabile ed un sistema ibrido per la localizzazione acustica e la navigazione inerziale, fornisce una guida “aumentata”per i subacquei che visitano il sito archeologico, permettendo loro di avere informazioni specifiche sui manufatti, la flora e la fauna dell’area in cui esso giace. Delle apposite boe localizzano i sub e forniscono informazioni sul sito.

Una collaborazione con il Polo Museale della Calabria permetterà la realizzazione di uno spazio espositivo innovativo  presso il Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna (Crotone) per effettuare un’immersione virtuale su due relitti di epoca romana presenti nei fondali. Altri siti pilota sono anche l’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” , Il Parco Archeologico Sommerso di Baia vicino Napoli; le isole Sporadi in Grecia e il sito sommerso di Cavtat in Croazia.

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